Apre i battenti “Cioccocreo”, il laboratorio di cioccolateria della cooperativa “SpazioFamiglia” finanziato dalla Fondazione Carit

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Si chiama “CioccoCreo” e sarà un vero e proprio laboratorio di cioccolateria specificamente pensato per attivare un percorso e sviluppare le competenze necessarie per produrre gusti e formati di cioccolata, frutto di una ricerca sperimentale che avverrà all’interno di un locale adibito proprio alla funzione di laboratorio.

Disabilità e inserimento professionale

L’iniziativa, ideata, promossa e realizzata dalla cooperativa “SpazioFamiglia” di Amelia e finanziata dal bando della Fondazione Carit che ha concesso un sostegno economico di circa 15mila euro, segue uno specifico modello aziendale applicato al mondo della disabilità: “Siamo davvero orgogliosi – spiega Lino Leonardi, presidente della cooperativa – che ancora una volta la Fondazione Carit sia al nostro fianco per avviare un progetto innovativo nel nostro territorio.

Abbiamo deciso di percorrere una strada differente, proponendo un’attività professionale per i nostri ragazzi che esca fuori dalle mura del centro diurno e che sarà non solamente di natura riabilitativa ma soprattutto professionale, di ricerca metodologica sia dei gusti che dei formati, per arrivare, a stretto giro, all’ideazione di procedimenti di vendita dei prodotti”.

Sostenuti da una professionista del settore e dagli educatori, i ragazzi apprenderanno nuove cognizioni sulle possibilità di impasto del cacao, impareranno a selezionare le materie prime più adeguate per realizzare prodotti di qualità assoluta. L’obiettivo principale del laboratorio, infatti, è quello di unire le possibilità creative con un rigore metodologico per dare forma e sostanza alla cioccolata.

L’iniziativa prende avvio in questo periodo post pandemico, durante il quale la situazione delle persone adulte con disabilità si è mostrata particolarmente critica. Tante realtà sono state costrette a sospendere bruscamente tutte le attività quotidiane, soprattutto quelle focalizzate su percorsi di autonomia e indipendenza.

Covid e disabilità: la situazione in Umbria

Un momento critico in particolare per l’Umbria che, dati Istat alla mano, è risultata la regione con la più alta incidenza di disabili in rapporto con la popolazione (8,7%). Nonostante la presenza del fenomeno, la nostra regione è tra quelle che assegna meno risorse: nel 2018, il servizio sanitario nazionale ha sostenuto una spesa pro-capite pari a 987 euro; il valore minimo si riscontra nella Provincia autonoma di Bolzano (meno di 350 euro), mentre la Provincia autonoma di Trento e le regioni Basilicata, Molise, Veneto e Puglia superano i 1.300 euro.

Sempre secondo l’Istat, la rete dei servizi e delle strutture mostra quindi forti squilibri territoriali, dovuti alla disparità di risorse a disposizione degli enti locali, e di conseguenza, le persone con disabilità e le loro famiglie subiscono discriminazioni in base al luogo in cui vivono.

Inoltre, l’offerta di assistenza appare ancora troppo incentrata sull’istituzionalizzazione piuttosto che su forme di aiuto che permettano alle persone con disabilità di continuare a vivere in famiglia o in condizioni abitative che consentano loro di avere una completa indipendenza.

Tornare a progettare il futuro

Un ventaglio di criticità che richiama alla necessità di riprendere e promuovere tutte le iniziative che mettano al centro i principi di autonomia e benessere delle persone disabili. L’obiettivo è trasformare i percorsi formativi in progetti di inserimento sociale basati sulla diagnosi iniziale delle competenze, sulla valorizzazione degli aspetti comunicativi e relazionali, sull’analisi delle vocazioni, integrato con i servizi sociali, sanitari e le associazioni rappresentative di riferimento. Proprio su questo principio si innesta l’iniziativa di “SpazioFamiglia” che aggiunge, a questo tema, la necessità di dotare gli utenti di specifiche competenze professionali.

“L’opportunità offerta dal finanziamento della Carit – spiega Alberto Bonifazi, vice presidente e project manager della cooperativa – si incunea verso la progettualità che caratterizza, ormai da due anni, il lavoro portato avanti nel nostro centro diurno. Siamo convinti che un modello aziendale applicato a una realtà legata al mondo della disabilità possa portare alla strutturazione di percorsi virtuosi ancora inesplorati che portino l’utente, inserito in un percorso riabilitativo personalizzato, a guadagnare autonomia, competenze residue e auto stima da spendere nel mondo del lavoro. Il nostro laboratorio “CioccoCreo”, sono convinto, sarà solo il primo passo verso una piccola rivoluzione dei modelli operativi legati alla disabilità”.

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